• “Conosci cosa mangi” questo l’evento realizzato, nell’ambito dei progetti finanziati dal Gal Irpinia Sannio Cilsi , che si è tenuto ieri, 27 novembre, e che ha visto un Rubino e Avallone restituire,  ad un manipolo di appassionati, i rudimenti del gusto.

    Il piatto di Mario Avallone:

    Baccalà in doppia consistenza: in olio cottura e in tempura su una zuppa di zucca, patate e cipolle.

    Inutile domandarsi se è buono, è buono.

  • A Napoli c’è una via, Santa Maria di Costantinopoli, che non è solo quella dell’Accademia di Belle Arti, è pure quella del buon cibo. E’ al civico 39.  Qui c’è il Drugstore di Mario Avallone che non ha mai smesso di domandarsi perché un cibo è buono e dopo anni di stregua diffusione culturale della gastronomia, continua instancabile nella sua ricerca del come, quando e perché.

  • L’odore invitante di un pane appena sfornato che aleggia fuori la nostra panetteria di fiducia o il bianco cangiante di una mozzarella appena cagliata.

    “Buono!” ci verrebbe da dire, per noi che abbiamo già un’idea del gusto prima ancora di assaggiare.

1 von 4

Drugstore Napoli è una bottega seria e felice, reale in via S. Maria di Costantinopoli 41 e virtuale in rete nel web...NO BIO, NO VEGAN, NO EQUO, NO SLOW. Senza presidi di alcun altro, senza smanie ecologiste, nessun ciarpame terzomondista e senza rincorrere mode di turno. Drugstore Napoli unisce e riunisce prodotti(alimentari, cosmetici, editoriali, artistici, artigianali...), produttori e le capacità di chi ci piace realmente. Una selezione continua, scattante e pronta a migliorare quel che non ci piace in nome del GUSTO e del PIACERE.

Sogno, pratico, lavoro, studio, gioco, investo, credo, rischio, amo, evito e pragmaticamente ci provo.
Kuoko Mercante è la conseguenza dell'amore per la cucina. Totalmente.
Mi piace ricordare Einstein quando dice: la conoscenza si acquisisce con l'esperienza, tutto il resto è informazione..Le Kappa servono a dare una forza onomatopeica maggiore alla parola cuoco. 
Kuoko Mercante evita gli equivoci, specifica le competenze e dichiara l'autenticità di un mestiere.
Cuoco non solo operaio, salta-padella, meccanico interprete di mode saltuarie.
Cuoco come responsabile e conoscitore di tutto quello che tocca con le proprie mani.
Cuoco geografico. Cuoco meteorologico. Cuoco amministratore. Cuoco storico.
La filiera gastronomica inizia quando s'incontra un ingrediente. Al mercato, nelle reti di un pescatore, in campagna, dagli artigiani giusti..Spesso, ma quasi sempre, l'ordine dei piatti precostituiti nella tua linea giornaliera di cucina si sconvolge con una primizia, con un pesce inconsueto o con un artigiano nuovo.Un cuoco è un semplice intermediario tra un ingrediente e tra chi godrà il piatto finito.

1 von 3
1 von 4

PARTENOPE e la PASTIERA

Tanto tempo fa la sirena Partenope, incantata dalle bellezze del golfo di Napoli, decise di stabilire in quello splendido mare la sua dimora. Ogni primavera la bellissima sirena emergeva dalle acque e, per ringraziare gli abitanti di quei luoghi felici, cantava per loro. La sua voce era così melodiosa e affascinante che, per ricambiare tanto affetto, i napoletani decisero di donarle quanto di più prezioso avessero.

Sette tra le più belle fanciulle dei villaggi del Golfo consegnarono i doni a Partenope: la farina, simbolo di forza e ricchezza della terra; la ricotta, simbolo di abbondanza e generosità; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero bollito nel latte, omaggio dei due regni della natura, vegetale e animale; l’acqua di fiori d’arancio, che è il profumo della terra campana; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.

La sirena fu molto felice dei doni, salutò con grazia e si inabissò con il tesoro per fare ritorno alla sua dimora marina. Non tenne per sé quelle offerte preziose, ma le depose ai piedi degli Dei i quali, rapiti anch’essi dal suo soave canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena. Da allora, in ricordo della Sirena e dei doni, i napoletani misero sempre 7 strisce di pasta incrociate a losanghe sul dolce.

shop